I
cartelli liberi per le strade avanzavano
come cavalli imbizzarriti,
si
facevano largo tra la folla,
spezzavano
il silenzio
in
piccoli spazi inquieti.
Chi
li sorreggeva gridava,
si
arrampicava sui tetti,
lanciava
parole per
esprimere
una protesta dentro la protesta.
una protesta dentro la protesta.
Mille
piccoli lamenti sull'asfalto
della mattina
costruivano
piano piano la propria prigionia
in
una gabbia di vetro
limpidissimo.
Leggi
che abbattono altre leggi,
che
abbattono uomini
per
abbattersi sulle teste
di chi aspira alla fine della ruota.
di chi aspira alla fine della ruota.
Il
caos portato dalle urla,
dai
lamenti di schiavi in giacca e cravatta,
su
un televisore gigante
che
proietta la manifestazione delle menti.
Non
c'era nessun nemico,
se
non sotto quei cartelli.
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