Stagioni in Rivoluzione

La tempesta reggeva i cuori fragili sugli scogli,
c'era un vento che fissava sulle proprie mani
il calore di una vita spesa nella lentezza.
Quelle aquile immerse nella foschia
prevedevano i bagliori lunari,
gli accenti sugli occhi
e le labbra criptate nascoste negli scaffali usati.

Le gocce cadevano lente sui vetri
formavano ombre scure sui muri,
ai piedi del letto c'è attorcigliata una serpe gigante colorata d'avorio.
Tutti persi nell'orizzonte a fissare le lucciole in cielo,
ma nessuno sa più amare come fanno loro,
come il brontolio dell'orso
che preannuncia il letargo dei sensi.
Il falò si accenderà questo inverno
per farci volare oltre gli orizzonti 
in cui si perdono i poeti.

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