La notte in cui l'anziano morì

C'era un anziano che sedeva sempre su una pietra posta tra le macerie del tempo e quelle dell'odierna umanità, in un paesino sperduto ai confini della realtà. 
Lo conobbi quando si affacciò alla finestra del tempio, mentre la luce del sole illuminava la sua faccia piena di rughe e di cicatrici del passato. 
Le guerre avevano scavato sul suo viso delle orme striscianti, come i serpenti fanno con la terra, essi tracciano delle linee per far tremare i passanti quando ne scoprono la presenza. 
Il vecchio era solito raccontare storie davanti al falò ai bambini del paesemin genere, a tutti coloro che hanno lasciato vagare nel loro corpo la fantasia e il sogno. Questo accadeva nelle sere in cui tutto taceva e le ombre erano solo ricordi lontani, persi tra le ciglia di quella cenere. 
Ah, le sue storie incantate! Magie antiche, tremori tra la nostra pelle e il fiato dei draghi, questo era sognare e dimenticare il peso del mondo. 

Non tutto poteva restare in tranquillità, ogni cosa sarebbe tornata al proprio posto e noi avremmo visto una nuova tremenda realtà farsi largo nel nostro tempo. 
Erano giorni che l'aria si era appesantita, sintomo che qualcosa di inevitabile si stava per addensare sulle nostre teste. 
Così, come quando inciampi sul marciapiede, il cielo si aprì e una lunga schiera di lacrime cadde dalle nuvole che sembravano danzare in cerchio. 
C'era un velo morente sopra l'oscurità di quel giorno, una cappa di malinconia, di sconforto, ma nessuno se ne era accorto, perché i miracoli accadono nel mondo come avvenimenti regolari, tranquilli, prendono la forma della quotidianità delle nostre vite. 
Notare ciò che stava avvenendo significava, in un certo senso, morire alla descrizione che ci eravamo fatti di quel paese, del mondo in cui vivevamo, forse era per questo che i bambini erano gli unici a capirne il significato. 
Quella pioggia, infatti, non era una semplice pioggia, questo lo avevano capito bene i bambini del fuoco, che si erano messi a fissare il cielo come in attesa di un altro segno. 
Era davvero il presagio di qualcosa di imminente, che ci avrebbe inghiottiti tutti, senza che noi potessimo fare nulla per cambiare la sorte avversa. 

Una comprensione immediata ci sommerse a tutti, il vecchio stava per abbandonarci, lì, sul letto morente, stava riposando in tutta tranquillità, con un sorriso che pareva prendersi gioco della morte. 
paesani caddero per terra, morirono ripetutamente alla notizia, i loro visi cambiarono forma, divennero il disegno di un umanità spogliata delle sue illusioni. 
Le stelle sopra di lui correvano all'impazzata, facevano dei giri strani, dei rituali troppo segreti per noi comuni mortali, distrutti da un fato che ci divorava da dentro. 
Era la notte del sogno che moriva piano piano, ed esso stava lentamente scemandopoiché il vecchio ci stava per lasciare, verso un viaggio di non ritorno a cui era chiamato. 

Il sole tramontò tra gli occhi dell'anziano e i nostri cuori, tutto venne avvolto dal silenzio, il cielo e la terra si chiusero e le persone si lasciarono prendere dal vuoto. 
Tutti compresero che, dentro e fuori, l'anziano morì.

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