Ho
filtrato dalla mia coscienza
inutili
lamenti
di chi
ha ritrovato
una
distesa profumata
di
chiodi usati.
Vedevo a
malapena
questi
singhiozzi grigi
che
sarebbero entrati
nella
zavorra della mia mente,
come fa
un piccione
con le
finestre del peccato.
Ho
scordato di volare più in là
di
quanto non avessi già fatto,
bruciandomi
le ali,
bruciando
la resistenza
che in
me ancor primeggia.
Incontrastata
questa forza
che non
fa dormire,
che
nemmeno allieta
i miei
sogni dorati,
nulla
sarebbe dovuto
alla
lenta maledizione
che nel
mio tempio
trova
conclusione.
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