Danzano
tra le nebbie
gli
oscuri passi velati
dell'uomo
corrotto
tra gli
specchi rotti,
destato
dal sonno
il
reale, antico splendore
di una
città soffocata
dall'oro
colato.
Catene
arrugginite
lasciate
tra i passi bianchi,
bloccano
lo sbocciare
di quei
fiori appassiti dal tempo,
non sono
che la rievocazione
della
natura incorruttibile
nell'anima
incandescente.
Ci
consola l'animo
la madre
dell'uomo, perso
dentro i
suoi oscuri cerchi,
resuscitato
dai cadaveri ambulanti
di
spiagge sporcate dalla notte.
Nell'uomo
confluisce il destino
di
assaporare per l'ultima volta
lo
sconfinato universo
del suo
essere.
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