I frutti del caos

Fuoco alle polveri.
Tutto ciò che è stato sprofonderà e verrà ripreso nel seno dell'invisibile.

Un richiamo antico era stato mandato per mezzo della pietra e di figure scolpite in essa, ma i popoli non compresero, non l'accolsero, modificarono per ignoranza il messaggio di verità, trasformandolo nell'illusione che oggi domina in ogni cosa.
Coloro che un tempo furono privati della libertà, adesso schiavizzano il mondo.
Raramente si intravede una porta aperta in questa prigione, eppure molti ne abbelliscono le mura con quadri di paradisi dimenticati.
Fittizie scelte programmate da una matrice troppo poco densa per captarla, eppure essa è regina del mondo e dei sogni dei perduti.
L'ignoranza porta a pensare che la morte sia l'inverno dei caduti, ma in realtà dietro ai polverosi specchi, si nasconde un grande fuoco in grado di far rinascere in forme perfette e diverse.
Molti però sono costretti ad erigere monumenti alle loro virtù, alle loro conquiste, ai loro meriti, eppure una volta che la scarna redentrice li ha presi con se, essi si contorcono e piangono nel latte versato.
Questa è la vita di molti, che hanno raccolto le ceneri delle loro azioni invece che guadagnarsi un merito nel cuore celeste.

Coloro che corrono contro il tempo, divorando i giorni, afferrando ciò che materialmente viene messo loro avanti, non sono che schiavi dell'ignoranza.
Non c'è cosa in questo mondo per cui valga la pena spenderci il proprio prezioso oro, tranne quegli intimi richiami per sfuggire al grande giogo.
In questa valle non si paga i debiti con il denaro ma con le buone opere, mentre gli altri artefatti umani sono costretti a marcire nelle fauci del tempo, inghiottiti da un vuoto senza fine.
Molti sono coloro che vogliono sfuggire alle catene ma pochi sono coloro che realmente lo cercano, infatti l'incoerenza domina le loro menti e per questi schiavi la cella è la loro preziosa casa.
Hanno inventato molti macchinari e oggetti per tener occupati gli occhi, la mente e il cuore, per questo vediamo camminare solo anime affascinate dall'ebbrezza di avere, di comandare, di conquistare, ma non sanno di essere burattini in mano agli aguzzini.
Quello che viene strappato loro non è tanto la vita ne il tempo, ma le loro anime, che cadono nelle prigioni erette dal tempo e una volta lì, per sfuggire a questo giogo, occorre svestirsi di tutto ciò che credevamo necessario e vitale.
Molti vorrebbero che la loro vita fosse perfetta, ma non sanno che la perfezione nel loro stato attuale sarebbe solo un problema. I dolori, le sofferenze, gli eventi tragici, le cadute, le perdite, non sono altro che muri da superare messi lì per farci diventare più forti.
Ciò che capita nel corso della vita non sono eventi casuali, ma piuttosto causali, dovuti ad una causa che è internamente connessa con l'esterno, a nulla serve respingere l'esterno o l'interno, andrebbe piuttosto osservato il fenomeno e prendere il tono per le corna.
Ci sono veramente pochi Re e troppi servi, ma che non servono il loro Re, ma altri sonnambuli con in testa corone di cartone e scettri di plastica.

Questo è il mondo che è stato messo davanti agli occhi dei ciechi, ma loro non l'hanno captato, hanno solo dipinto la loro realtà con falsi pennelli, soffiando sulle candele che la verità aveva acceso nelle loro vite, spegnendole fino all'arrivo di un nuovo e ultimo fuoco.
Non bisogna sfuggire alla ruota, perché non si può, piuttosto bisognerebbe diventare i maestri in grado di decidere le proprie sorti. Chi non è in grado di guardare il cielo, guarderà sempre la terra e non potrà spingersi oltre le soglia della porta umana.

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